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Notizie economia
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Wall Street termina la settimana in lieve rialzo
AGI - Wall Street ha chiuso in rialzo, in una giornata volatile, alterata dal crollo delle azioni di Deutsche Bank, che ha ravvivato le preoccupazioni per il settore bancario e i timori di recessione.
Alla chiusura delle contrattazioni, il Dow Jones ha guadagnato lo 0,41% a 32.237,53, lo S&P 500 è salito dello 0,56% a 3.970,99 punti e il Nasdaq, in cui sono quotate le principali società tecnologiche, ha registrato +0,31% a 11.823,96 punti.
Il mercato azionario di New Yorkha terminato la settimana in rialzo, anche se ha iniziato la giornata di oggi in rosso dopo le turbolenze causate nei mercati azionari europei dalla debacle del colosso finanziario tedesco. Questo shock inaspettato in Europa, arriva quando Wall Street sembra essersi lasciata alle spalle la tempesta che ha imperversato negli Stati Uniti nelle ultime due settimane, prendendo d'assalto la Silicon Valley e le banche di prestigio.
La banca First Republic, la più colpita dalla crisi finanziaria degli ultimi giorni e salvata dalle grandi banche con un'iniezione di 30.000 milioni di dollari (27.900 milioni di euro al cambio odierno), ha visto le sue azioni svalutarsi questa mattina di quasi il 5% e ha chiuso a -1,36%.
Credite Suisse e Deutsche Bank mal gestite
L'analista Larry McDonald, fondatore del rapporto Bear Trap, ha dichiarato alla Cnbc che il calo delle azioni della Deutsche Bank e, prima ancora, di Credit Suisse, è dovuto al fatto che gli investitori non si erano accorti della loro cattiva gestione fino alla crisi scatenata dalla banca della Silicon Valley.
"Banche come Credit Suisse e Deutsche Bank sono state gestite in modo orribile per decenni, e stiamo parlando di una gestione davvero scadente e all'improvviso gli investitori di tutto il mondo si stanno concentrando su questo", ha detto McDonald.
A Wall Street la maggior parte dei settori ha chiuso in verde, guidati dai servizi di pubblica utilità (3,12%), dall'immobiliare (2,57%) e dai beni essenziali (1,63%), mentre hanno perso terreno solo i beni non essenziali (-0,35%) e i finanziari (-0,06%).
Tra i 30 titoli del Dow Jones hanno prevalso i guadagni, tra cui Amgen (2,11%), P&G (2,07%) e Coca-Cola (1,64%), rispetto alle perditedi Disney (-1,82%), American Express (-1,81%) e JpMorgan (-1,51%).
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La debacle delle banche affonda le borse
AGI - Riemerge la paura sui mercati finanziari dove le banche hanno continuato a perdere colpi nonostante le dichiarazioni rassicuranti sulla stabilità del sistema finanziario. A Londra l'Ftse 100 è sceso dell'1,25% a 7.405,89 punti, a Parigi il Cac 40 ha ceduto l'1,74% a 7.015,10 punti, a Francoforte il Dax ha lasciato sul terreno l'1,67% a 14.956,85 punti. A Milano l'Ftse Mib ha perso il 2,23% a 25.892 punti, maglia nera in Europa.
Il titolo della Deutsche Bank, la più grande banca tedesca, ha chiuso in forte ribasso a Francoforte, dopo essere diventato l'ultimo bersaglio dei timori per la solidità del settore bancario europeo. È stata la terza seduta consecutiva di ribassi per l'istituto di credito, con le azioni in calo dell'8,53% a 8,54 euro, dopo essere crollate fino al 14% nel corso della giornata.
Anche la rivale Commerzbank (-5,45%) e diverse banche europee hanno terminato la sessione in calo, facendo crollare le Borse europee. A Parigi, le azioni di Sociètè Gènèrale sono scese del 6,13%, il calo maggiore dell'indice Cac 40, mentre Bnp Paribas ha perso il 5,27%. A Londra, Standard Chartered è calata del 6,42%, ma anche Barclays (-4,21%) e Natwest (-3,58%).
A Zurigo Credit Suisse ha ceduto il 5,19% e Ubs del 3,55%. I costi per assicurarsi contro il rischio di default sono aumentati per la maggior parte delle banche europee, in particolare per Deutsche Bank.
L'impennata dei prezzi degli strumenti di copertura delle banche, noti come credit default swap (CDS), è un segnale della mancanza di fiducia del mercato nel settore.Il comparto in Europa e negli Stati Uniti ha appena vissuto due settimane di forti turbolenze, segnate dal fallimento della californiana Silicon Valley Bank (SVB), poi di altre due banche regionali americane e dal salvataggio di Credit Suisse attraverso l'acquisizione forzata da parte di Ubs.
"Anche se i problemi che hanno portato al fallimento di SVB non hanno nulla a che fare con Deutsche Bank, gli investitori stanno vendendo le azioni di Deutsche Bank per paura", ha dichiarato Jochen Stanzl, analista di Cmc Market.
"I timori di una potenziale crisi di liquidità rimangono latenti", ha dichiarato Andreas Lipkow, un analista indipendente.
Sono state vendute anche alcune delle cosiddette obbligazioni "AT1" di Deutsche Bank, strumenti di debito simili alle azioni, facendo salire il loro rendimento.
Gli AT1 emessi dalle banche sono stati complessivamente sotto pressione da quando Credit Suisse è stato costretto a svalutare 17 miliardi di dollari di questi titoli nell'ambito dell'acquisizione forzata da parte di Ubs lo scorso fine settimana."A giudicare dai movimenti dei Cds degli AT1 e del prezzo delle azioni di Deutsche Bank, gli investitori sono preoccupati per la salute della banca", ha scritto Stuart Graham, analista di Autonomous. Tuttavia, l'esperto ha affermato di non nutrire "alcuna preoccupazione per la redditività" della più grande banca tedesca, che dispone di una solida riserva di liquidità. "Per essere chiari, Deutsche Bank non è il prossimo Credit Suisse", ha concluso.
Anche il cancelliere Olaf Scholz ha cercato di rassicurare oggi, affermando che non c'è "motivo di preoccuparsi" per Deutsche Bank, quando ha parlato al termine di un vertice Ue a Bruxelles.
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Banche nella bufera, cosa sta succedendo
AGI - Non accennano a diminuire le turbolenze sul mercato finanziario innescate dal fallimento della Silicon Valley Bank e di altre due banche regionali statunitensi, e dal salvataggio del Credit Suisse. I titoli degli istituti di credito, a partire dal colosso tedesco Deutsche Bank, sono tornati nel mirino e gli investitori si interrogano sulla tenuta del sistema. A innescare le vendite sul settore una serie di notizie negative. Le azioni di Deutsche Bank sono crollate di oltre il 13% a metà seduta dopo l'impennata dei credit default swap ai massimi di quattro anni, evidenziando le preoccupazioni degli investitori sulla stabilità generale delle banche europee. Il caso dell'istituto tedesco ha messo in allarme i mercati, poiché gli analisti considerano preoccupante il rialzo dei costi sull'assicurazione anti-default.
I cds di Deutsche Bank, che hanno la funzione di trasferire il rischio di credito, permettendo di coprirsi dall'eventuale insolvenza di una società, sono saliti oltre i 200 punti base, il massimo dall'inizio del 2019, da 142 punti base solo due giorni fa, secondo i dati di S&P Market Intelligence, registrando il maggior incremento giornaliero, secondo i dati di Refinitiv citati da Reuters.
La banca tedesca ha anche annunciato il rimborso di 1,5 miliardi di dollari di bond subordinati Tier 2 con scadenza 2028. Deutsche Bank aveva già emesso nuove obbligazioni simili a febbraio, destinate a sostituire quelle che ora sta rimborsando. Ad alimentare le preoccupazioni circa la capacità del settore di ripagare il debito subordinato, anche l'annuncio dell'istituto tedesco Deutsche Pfandbriefbank che ha deciso di non richiamare il proprio bond AT1 da 300 milioni di euro. Questo ha minato la fiducia del mercato, svalutatosi fortemente dopo l'azzeramento dei 16 miliardi di AT1 di Credit Suisse, come dimostra anche l'impennata dei cds sulle banche europee. Infine a creare agitazione la notizia di un'indagine del Dipartimento di Giustizia Usa su alcune banche, tra cui Credit Suisse e la rivale Ubs che l'ha rilevata, per stabilire se i banchieri abbiano aiutato o meno gli oligarchi russi a eludere le sanzioni occidentali.
I due istituti svizzeri sarebbero stati inclusi in una recente ondata di citazioni in giudizio inviate dal governo degli Stati Uniti prima della crisi che ha travolto il Credit Suisse e ha portato alla proposta di acquisizione da parte di Ubs. I mandati di comparizione sarebbero arrivati anche ai dipendenti di alcune importanti banche statunitensi. Alla Borsa di Zurigo il titolo di Ubs perde oltre il 5,28% e Credit Suisse lascia sul terreno circa il 6%. L'indice Stoxx 600 delle banche europee, che non include le azioni dei due istituti svizzeri, ha vissuto una delle settimane di trading più volatili dell'ultimo anno. E al momento cede circa il 3%. Tra i maggiori ribassi del settore, Commerzbank, rivale di Deutsche Bank, che a Francoforte lascia sul terreno il 7% e a, Parigi Bnp Paribas (-5,65%) e Credit Agricole (-2,37%). A Londra, Barclays e Hsbc Holdings perdono rispettivamente il 5,65% e il 3,25%. In sofferenza a Milano i 'big', con Intesa Sanpaolo e Unicredit che arretrano rispettivamente il 2,87% e il 4,41%.